La combinazione di economie di scala per i cloud provider relative alla capacità dei server (ammortizzazione dei costi su più server), l’aggregazione dei carichi di lavoro per i clienti (riduzione della variabilità) e il modello di applicazioni multitenant (ammortamento dei costi su più clienti) genera potenti economie di scala. Per stimarne la portata, sono stati creati modelli che stimano il comportamento a lungo termine dei costi. Dalla figura successiva si deduce che un data center con 100.000 server ha un costo totale di proprietà (o TCO, Total Cost of Ownership) inferiore del 90% rispetto a un data center con 500 server e dell’80% rispetto a un data center con 1.000 server
Questa situazione ci porta a valutare l’impatto degli aspetti economici dell’ambiente cloud sul budget IT. Dai dati della PA centrale, possiamo valutare l’abbattimento approssimativo tra i costi di infrastrutture (hardware, software, reti) ed i costi dei servizi (che comprendono i costi di supporto e gestione delle applicazioni esistenti e i costi di sviluppo di nuove applicazioni). L’ambiente cloud ha un effetto su tutte e due le aree. I risparmi per la fornitura e per la gestione della domanda riguardano principalmente la parte dell’infrastruttura, che allo stato attuale comprende oltre il 70% della spesa complessiva, mentre la parte servizi (che comprende lo sviluppo di nuove applicazioni) riguarda meno del 30% della spesa.
Gli aspetti economici descritti avranno un impatto profondo sull’IT. Molti responsabili dei sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni devono attualmente scontrarsi con il fatto che il 70% del budget viene speso per mantenere le infrastrutture esistenti. Rimangono quindi poche risorse non solo per introdurre l’innovazione nei data center ma anche soltanto per adeguarne la capacità. Il cloud computing libererà importanti risorse, sia nell’area delle infrastrutture che in quella dei servizi, che possono essere destinate all’innovazione.