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La rivoluzione solare dal basso: quando l’energia cambia direzione

C’è una rivoluzione silenziosa che si diffonde dal Pakistan al Kenya, dall’India rurale all’America Latina. Non è armata, non è ideologica, ma potenzialmente sovversiva: è la rivoluzione “solare dal basso”.
Un cambiamento che non parte dai governi o dalle multinazionali, bensì dai tetti delle case, dai villaggi e dalle periferie dimenticate. Un processo che potrebbe riscrivere gli equilibri energetici, economici e persino politici del XXI secolo.

In appena quindici anni, il costo dei pannelli fotovoltaici è diminuito di oltre il 90%. Ciò che un tempo era simbolo di avanguardia tecnologica o di lusso ecologista oggi è diventato accessibile anche per le famiglie dei paesi poveri.

Oggi, un piccolo impianto solare domestico può essere installato per meno di un dollaro al watt in molte regioni del mondo in via di sviluppo. In paesi come il Pakistan, dove la rete elettrica è instabile e i blackout quotidiani, il solare non è più un vezzo “verde”: è una necessità di sopravvivenza economica e sociale.

La caduta dei costi, unita alla facilità di installazione, ha reso possibile ciò che fino a pochi anni fa era impensabile: l’indipendenza energetica delle comunità locali.

L’energia solare decentralizzata è il motore di una nuova forma di autonomia: quella dei villaggi scollegati dalla rete principale.
Nel Sindh pakistano, in alcune aree del Bangladesh e del Sahel africano, stanno nascendo microreti comunitarie, piccole centrali solari condivise che forniscono elettricità a scuole, officine, pompe idriche e abitazioni.

Queste iniziative, spesso promosse da cooperative locali o da ONG internazionali, trasformano radicalmente la relazione fra cittadini e Stato: il potere di “accendere la luce” non passa più dal centro, ma dalle mani di chi vive ai margini.

Il ruolo del microcredito energetico

Una delle innovazioni più decisive non è tecnologica, ma finanziaria.
Il modello del microcredito “pay-as-you-go”(1) — già sperimentato in Africa orientale — permette a famiglie povere di acquistare piccoli impianti solari a rate, pagando tramite app o SMS.

Ogni pagamento non solo estingue il debito, ma costruisce un credit score che può servire ad accedere ad altri servizi finanziari.
L’energia solare diventa così la porta d’ingresso all’economia digitale, un innesco di emancipazione economica per milioni di persone.

Effetti sociali e politici di una rivoluzione silenziosa

La diffusione del solare “dal basso” non è solo una questione di kilowatt.
Significa più istruzione (grazie all’illuminazione notturna), più salute (grazie alla refrigerazione dei vaccini), più lavoro (grazie a macchine e attrezzi alimentati localmente).
Ma significa anche meno dipendenza da governi inefficienti e da oligopoli energetici che, per decenni, hanno monopolizzato la produzione e la distribuzione.

In questo senso, l’energia solare può diventare uno strumento politico, capace di ridisegnare i rapporti di potere.
Un contadino che produce la propria energia è meno vulnerabile alla corruzione, ai rincari o ai ricatti energetici. È più libero — e la libertà, in molte aree del mondo, è già una rivoluzione.

La strada, tuttavia, non è priva di ostacoli.
Servono batterie più economiche e durevoli, tecnici qualificati per la manutenzione, regole chiare per la connessione alla rete, e soprattutto una governance che favorisca — anziché frenare — la produzione distribuita.

Molti governi, infatti, temono la perdita di controllo sulle infrastrutture energetiche. Altri impongono tasse o dazi sui pannelli importati per proteggere i produttori nazionali, rallentando la transizione. Ma la forza di questa rivoluzione risiede nella sua inevitabilità: la curva dei costi scende più velocemente delle barriere politiche.

Entro il 2035, secondo le stime dell’IRENA (International Renewable Energy Agency), oltre un miliardo di persone potrebbe accedere all’elettricità grazie a sistemi solari off-grid.
È una rivoluzione dal basso, perché parte dalle periferie del mondo e si diffonde per contagio economico, non per decreto.

Come il microcredito negli anni 2000, l’energia solare potrebbe essere la prossima grande leva di emancipazione globale.
E forse, tra i tetti di lamiera di un villaggio pakistano o africano, si sta già scrivendo una nuova storia dell’energia: quella in cui il sole, finalmente, non splende solo per i ricchi.

(1) 

“Pay-as-you-go” significa letteralmente “paga mentre usi” o “paga man mano che consumi”.

Nel contesto dei sistemi solari (o più in generale dei servizi energetici e digitali), indica un modello di pagamento a consumo o a rate flessibili, dove l’utente non deve pagare tutto subito, ma può:

  • usare subito il servizio o il prodotto (es. un piccolo impianto solare domestico);
  • pagare poco alla volta, ad esempio ogni settimana o ogni mese, tramite cellulare, SMS o app;
  • e, una volta terminati i pagamenti, diventare proprietario dell’impianto.