Viste le caratteristiche specifiche della PA, il modello di cloud privato o di community può essere considerato prevalente. È infatti difficile immaginare lo scenario in cui tutti i servizi, le banche dati, le capacità gestionali dell’Amministrazione siano trasferite ad un provider pubblico. Se l’Amministrazione decide di mantenere alcune applicazioni presso il proprio datacenter è necessario che le interfacce applicative utilizzate siano standard (ad es. SOAP o REST) e sia supportata l’integrazione dei dati tra le piattaforme interne e del Service Provider. Se l’Amministrazione decide di mantenere alcune basi dati, deve essere posta la massima attenzione ai problemi di latenza e quindi ai tempi di risposta dell’applicazione derivanti dall’interazione tra le piattaforme, che comunque deve essere supportata. Se l’Amministrazione decide di mantenere la gestione della sicurezza e del monitoraggio del sistema, è necessario scegliere soluzioni in cloud che lo permettano, per esempio nel caso di adeguamento della propria infrastruttura con risorse cloud di tipo IaaS. Se l’Amministrazione decide di mantenere la massima flessibilità, volendo spostare le macchine virtuali dal proprio cloud ad un altro e viceversa, è necessario verificare l’utilizzo di strumenti di interazione e gestione standard sia internamente che sulle piattaforme del Provider.