È molto diffusa l’opinione che, a causa del particolare contesto informativo, organizzativo e giuridico, l’adozione dei servizi cloud da parte della pubblica amministrazione italiana debba necessariamente essere lenta e difficoltosa. A parte una ragionevole dose di prudenza, del resto applicabile ad ogni altro paradigma innovativo, si ritiene utile adottare un atteggiamento pragmatico ma costruttivo, anche su temi come la sicurezza o la privacy attorno ai quali in un primo momento si erano raccolte le maggiori preoccupazioni. Pur in un quadro in rapida evoluzione, i servizi cloud si presentano come uno dei mezzi più economici per assicurare ad una gran parte dei servizi di eGovernment caratteristiche di efficacia, efficienza, trasparenza, partecipazione, condivisione, cooperazione, interoperabilità e sicurezza. Le strategie di eGovernment di molti Paesi (tra i quali USA, UK, Francia, Giappone e Canada) puntano già con decisione alla promozione e all’adozione del cloud da parte dell’amministrazione statale. Come già ricordato, sono attese durante la primavera del 2012 la pubblicazione di una strategia cloud europea, annunciata dalla VP della Commissione UE Neelie Kroes [KRO11, KRO12], la cui preparazione è stata accompagnata da numerosi studi e approfondimenti tecnici e da una vasta consultazione, e l’avvio della European Cloud Partnership [KRO12], che punta a promuovere il procurement di servizi cloud a livello europeo concordando requisiti e standard adeguati al settore pubblico. Mai come in questo campo le attività di sperimentazione, standardizzazione e regolazione vengono svolte secondo un approccio intrinsecamente globale, proprio come intrinsecamente globali sono le offerte commerciali di servizi cloud. Qualunque cammino di adozione del cloud verrà seguito nel nostro Paese, è quindi necessario mantenere una visione e una presenza costanti anche a livello internazionale. Tra gli effetti dell’adozione dei servizi cloud forse meno immediati ma più promettenti, in particolare per la pubblica amministrazione, si può prevedere il miglioramento del rapporto con l’utente ispirato alla qualità, semplicità e raffinatezza dei servizi online dai quali lo stesso paradigma del cloud ha avuto origine in anni recenti. Le economie di scala alla base del successo di questo modello derivano infatti da una co-ingegnerizzazione spinta di infrastrutture IT, dati ed applicazioni pensata e realizzata attorno all’utente finale. La promessa di ottenere vantaggi analoghi per i servizi pubblici suggerisce di tentare un ripensamento di alcuni aspetti dell’ICT pubblica. I temi ai quali fare maggiormente attenzione sono la condivisione e la colocalizzazione dei dati, la semplificazione e il riuso delle applicazioni. Il ricorso diffuso da parte della pubblica amministrazione ai servizi cloud, siano essi di tipo pubblico o di tipo privato, porta con sé un superamento delle modalità verticali di gestione e di elaborazione dei dati, rendendo più semplice implementare interfacce standard e riutilizzabili.